Dopo la “collezione follie” nasce una nuova categoria di articoli che chiamerò riflessione.
In questi articoli affronterò temi attuali che riguardano il mercato assicurativo in generale.
Chi di voi ha mai letto la parte del codice delle assicurazioni private che descrive le funzioni di vigilanza di IVASS?
Lo sappiamo tutti come funziona, quel codice lo leggiamo, analizziamo e commentiamo solo quando nasce un’esigenza immediata da soddisfare o un problema da risolvere urgentemente.
Io credo che però, per il bene di tutti noi, è importante analizzarlo in tutte le sue parti, soprattutto quelle che riguardano la regolamentazione dell’autorità di Vigilanza, fondamentalmente quelle norme che (crediamo) le permettono di entrare nei nostri uffici e fare quello che desiderano.
Immagino che, nell’ottica della totale rassegnazione, molti di voi abbiano accettato il fatto che IVASS possa “disporre” degli intermediari come meglio crede ma, ad una attenta analisi di certi articoli, possiamo comprendere come in verità la questione non sia così semplice.
Partiamo dall’art. 3 del codice delle assicurazioni private, che ora vi riporto :
“Scopo principale della vigilanza è l’adeguata protezione degli assicurati e degli aventi diritto alle prestazioni assicurative. A tal fine l’IVASS persegue la sana e prudente gestione delle imprese di assicurazione e riassicurazione, nonché, unitamente alla CONSOB, ciascuna secondo le rispettive competenze, la loro trasparenza e correttezza nei confronti della clientela.
Altro obiettivo della vigilanza, ma subordinato al precedente, è la stabilità del sistema e dei mercati finanziari.“
Analizziamo testuali parole :
- Scopo principale della vigilanza è l’adeguata protezione degli assicurati e degli aventi diritto alle prestazioni assicurative.
- A tal fine l’IVASS persegue la sana e prudete gestione delle imprese di assicurazione e riassicurazione, nonchè, unitamente alla CONSOB, ciascuna secondo le rispettive competenze, la loro trasparenza e correttezza nei confronti della clientela.
- Altro obiettivo della vigilanza, ma subordinato al precedente, è la stabilità del sistema e dei mercati finanziari.
Ora, io capisco che il politically correct sia la colonna portante della moderna sensibilità ma a volte si esagera a tal punto da non rendersi conto di quanto è trasparente la forzatura.
Notate che come il terzo punto viene messo in secondo piano rispetto al primo? Peccato che l’adeguata protezione degli assicurati e degli aventi diritto alle prestazioni assicurative può esistere solamente se viene garantita la stabilità del sistema e dei mercati finanziari.
Forse mi sbaglio? Beh si certo, per IVASS è più importante la forma, l’importante è che l’intermediario sia obbligato a consegnare una risma di carta al cliente prima di stipulare la polizza, poi, una volta stipulata se la compagnia che incassa è fraudolenta poco importa.
Tristemente ormai si è perso il senno della ragione, nel clima del polically correct e della generale incompetenza si è arrivati alla conclusione che burocratizzare tutto quello che rappresenta la tecnica assicurativa sia la soluzione a tutti i mali.
Io vorrei fare un esempio semplice e diretto, prenderei come esempio Netflix.
Direte… ma cosa c’entra Netflix con IVASS? Cioè che li accomuna è il politically correct.
Un paio di mesi fà guardavo su Netflix la rivisitazione, sotto forma di serie TV, di lupin. Dopo un paio di episodi, un mio familiare esordisce dicendo :
“Certo che Neflix ha proprio esagerato, il politically correct ha fatto un giro così largo che pur di assegnare il ruolo di protagonista a una persona di colore gli hanno fatto prendere la parte del ladro”.
Ecco, qui le due cose si accomunano, l’Autorità di Vigilanza non può considerare la stabilità del sistema e dei mercati finanziari come un elemento secondario, essendo tale elemento la colonna portante dell’intero settore.
Chi di voi non ha stampato 50 fogli per far stipulare al cliente una banalissima polizza R.C. Auto?
Quante volte il cliente vi ha guardato stralunato non comprendendo il motivo della necessità di fare 20 firme su fogli che non comprendeva?
Ma chi è stato a scrivere i regolamenti (Regolamento 40/2018, 41/2018) che ci hanno obbligato a produrre al cliente un libro di carta per stipulare anche la più banale polizza?
Si vede che l’autorità di Vigilanza, per garantire “l’adeguata protezione degli assicurati e degli aventi diritto alle prestazioni assicurative”, ha rilevato come modo possibile fosse declinare le responsabilità obbligando l’intermediario a far firmare dei documenti che dimostrano che il cliente sia a conoscenza delle condizioni contrattuali prima della stipula.
Sono tizio e devo assicurare la mia auto. Il mio Agente mi consegna un plicco di 50 fogli di carta e mi dice che devo leggere e comprendere bene, in tutte le parti, il contratto e le sue condizioni e solo allora firmare. Io mi accuccio in un angolo dell’ufficio e leggo per 4 ore tutto e solo dopo aver letto e compreso tutto sottoscrivo il contratto.
Fa ridere solo a immaginarlo vero? Questo però è quanto ideologicamente l’autorità di Vigilanza si è immaginata, un mondo di persone con un sacco di tempo da spendere a leggere contratti di cui si comprenderà (se va bene) il 50% del contenuto (spesso sono scritti malissimo).
Sembra solo a me un pretesto? Fare Vigilanza e garantire l’adeguata protezione degli assicurati e degli aventi diritto alle prestazioni assicurative non significa burocratizzare lo scarica barile…
Da consumatore preferirei vedere l’Autorità di Vigilanza attiva nel bloccare l’accesso al mercato di compagnie assicurative di dubbia correttezza etica e professionale ed evitare il concretizzarsi di tutte quelle situazioni dove quest’ultime esportano denaro in altri paesi e non liquidano i sinistri agli assicurati che hanno pagato regolarmente il premio.
Forse però sono solo un sognatore, forse sono troppo incline a voler ottenere un mercato veramente trasparente, senza lobby e con una regolamentazione chiara e semplificata.
Prima di tutto rimango un critico e, come potete vedere, criticherò tutto quello che riguarda il mercato e lo farò in modo sistemico e analitico. Non vi deluderò.
Il Critico Assicurativo,
Sean Filipin.