Perché è nato criticoassicurativo.it?
Community, “LA” community, quella che manca.
Vi vengono in mente I sindacati? Le associazioni di settore? Non credo serva commentare il servizio che tali associazioni ci danno. Faccio un piccolo esempio veloce, giusto per far chiaro di cosa parlo con chi non ha esperienza in materia.
- Dopo essere stato ingiustamente revocato mi rivolgo allo SNA per assistenza e per avere le linee guida da seguire per difendermi;
- Il presidente dello SNA, il Sig. Demozzi, mi risponde con una mail dove mi indica diversi legali convenzionati con lo SNA al quale rivolgermi per avere aiuto nell’attacco e nella difesa rispetto compagnia che mi aveva appena revocato. Tra i diversi nomi indicati spicca quello del avv. Malandrino, in via delle milizie 2, Roma, che già avevo conosciuto all’epoca della creazione della mia rete di vendita di Adriatic. Io ho poi scelto dei miei legali di fiducia, non indicati dal Presidente Demozzi.
- Durante la causa con la Compagnia, in fase di CTU, la compagnia nomina come loro Consulente di Parte la dott.ssa Valentina Malandrino, figlia dell’avv. Malandrino. Nel ricontrollare le PEC scambiate ho verificato come la figlia utilizzi la PEC del padre nel rispondere alle comunicazioni ufficiali.
Devo commentare?
Prima mi viene consigliato dal Sindacato Nazionale Agenti il padre come legale per difendermi, dopo mi trovo sua figlia come consulente della compagnia contro la quale sono in causa. A voi le conclusioni.
Credo che tutti noi siamo stanchi di queste dinamiche, tutti noi vogliamo novità e certezza dei diritti che ci dovrebbero essere riconosciuti.
Perchè non esiste una community online dove discutere di tutti i problemi legati all’attività di intermediario, di confrontarsi su questi temi e sopratutto di verificare quali siano i diritti degli operatori del mercato?
Le risposte sono molteplici, sono tutte valide ma la principale (a mio parete) è la paura.
Il settore assicurativo è fondamentalmente una struttura gerarchica, piramidale in cui lo strumento di controllo più forte è la paura.
Chiunque abbia un suo portafoglio farà difficoltà a esporsi, facendolo rischierebbe attacchi da parte di IVASS in primis e della sua mandante in secundis; Se però chi vuole far conoscere la propria storia avesse uno strumento pubblico a sua disposizione che permette la pubblicazione di quanto avvenuto tutelando la privacy di chi vuole pubblicare?
Quale migliore strumento di una community privata anonima?
Mi faccio carico io di metterci la faccia, non rischio più nulla. A me l’hanno giá fatta pagare, e anche cara. Possiamo quindi creare insieme questo nuovo strumento, ”mattone dopo mattone”, pubblicando tutto in due modi :
- In maniera anonima dove, dopo aver verificato oggettivamente la sussistenza di validi elementi di discussione, pubblicherò quanto inviatomi sotto forma di storia e/o reportage. In caso di presenza di documentazione da pubblicare verranno oscurati tutti i riferimenti a nomi o qualsiasi dato che possa far venire meno la privacy di chi invia le segnalazioni
- In maniera chiara dove, dopo aver verificato oggettivamente la sussistenza di validi elementi di discussione, pubblicherò quanto inviatomi senza filtri. Se chi segnala si renderà disponibile potremo fare anche videocall e/o interviste in presenza da pubblicare poi suo presente blog.
Che ne dite? Diamo inizio a questa rivoluzione? Iniziamo dalla discussione oggettiva dei diversi elementi che caratterizzano la professione e, sopratutto, le criticità che vanno spesso affrontate.
Possiamo dare per certo una cosa, se ne discutiamo, se analizziamo in maniera oggettiva i nostri diritti e analizziamo scientificamente quanto avvenuto sul mercato amplieremo le nostre conoscenze fino al punto tale da essere abbastanza consapevoli da poterci difendere in maniera attiva in caso di contestazioni delle compagnie e/o del vigilatore.
Il critico assicurativo,
Sean Filipin.