Vi divertono questi titoli?
A me diverte il motivo che li ha originati.
Il 7 Settembre 2005, con la promulgazione del Codice delle Assicurazioni Private nasce il RUI (Registro Unico degli Intermediari), da quella data siamo ufficialmente diventati “sudditi”.
Secondo voi è stato il parlamento a decidere le regole che disciplinano il Registro? Secondo voi le norme che regolano la nostra vita professionale sono state decise democraticamente e assoggettate al controllo del legislatore?
No.
Le norme che regolano il RUI non sono state soggette al vaglio del parlamento in quanto quest’ultimo ha delegato l’allora ISVAP (nuovo IVASS) alla scrittura dei regolamenti attuativi.
Alt. Attenzione. E’ qui che nasce il presupposto giuridico che ci ha portato all’attuale situazione che stiamo vivendo ogni giorno.
Fate attenzione, vi riporto l’articolo del decreto legge del 7 settembre 2005, n. 209 (Codice Assicurazioni private) che istituisce il RUI :
Art. 109 (Registro degli intermediari assicurativi, anche a titolo accessorio, e riassicurativi)
Fonte : Codice Assicurazioni Private
1. L’IVASS disciplina, con regolamento, la formazione e l’aggiornamento del registro unico elettronico nel quale sono iscritti gli intermediari assicurativi, anche a titolo accessorio, e riassicurativi che hanno residenza o sede legale nel territorio della Repubblica.
Cosa notate di particolare?
Il legislatore, nell’ottica di totale scarico di responsabilità, delega completamente IVASS quale unico soggetto titolato a scrivere “Regolamenti” che vadano a disciplinare e regolare il Registro Unico degli Intermediari.
Quindi?
Alla fine è abbastanza semplice, il regime di terrore istituito in Italia nei confronti degli intermediari ha origine in questo articolo. Se il legislatore avesse delegato la stesura della norma ma avesse comunque sottoposto a votazione parlamentare tutto quanto stabilito difficilmente ci saremmo trovati nell’odierna situazione.
Uno degli elementi che contraddistingue la nostra Repubblica è fondamentalmente il “bicameralismo perfetto”, il potere legislativo viene esercitato da due camere rappresentative legislative paritarie; la norma per essere promulgata in Gazzetta Ufficiale DEVE essere preventivamente essere approvata (o emendata in fase di discussione) da ENTRAMBE LE CAMERE.
Cosa c’è di particolare nell’impostazione scelta dal legislatore nell’istituire il RUI? Che non ha predisposto un impianto normativo valido a garantire la dovuta trasparenza al registro stesso.
Le norme che disciplinano il RUI sono sotto il diretto controllo di IVASS, il vigilatore ha quindi a disposizione i seguenti strumenti che può usare in modo indiscriminato :
- Potere Legislativo (quello con cui scrivere i Regolamenti)
- Potere Esecutivo (quello con cui esegue ed applica i Regolamenti che scrive)
- Potere Giudiziale (quello con cui giudica e sanziona chi è sospettato di aver violato i Regolamenti)
Nella nostra Repubblica questi tre poteri sono sempre separati, il primo viene esercitato dal Parlamento, il secondo dal Governo e infine, il terzo dalla magistratura civile e/o penale.
Questa conformazione permette quindi alle disposizioni normative di passare il vaglio di tutte le fazioni politiche e di essere effettivamente votata dai nostri rappresentanti alle camere.
IVASS invece? Quella stessa autorità che fondamentalmente ha lo stesso potere di qualsiasi autorità amministrativa (es. ausiliari al traffico) è libera di legiferare come meglio crede, applicare le disposizioni da essa emanate come meglio crede (da qui i due pesi e le due misure) e infine giudicare come meglio crede.
Ma vi sembra una cosa accettabile?
Sarò troppo garantista forse? Forse il settore assicurativo è troppo lobbista e ha bisogno di un’autorità che può plasmare il mercato in base alle esigenze dei giocatori più forti? Lo sapete che nel proprio codice etico IVASS stabilisce che sono ammessi “regali”, anche in denaro, ai funzionari dello stesso a patto che questi non superino i 150 €.
Non ci credete? Vi riporto il testo del loro regolamento :
Art. 4 Doni e altre utilità
1. Il dipendente non accetta, per sé e per altri, vantaggi, regali o altre utilità, neanche in occasione di festività, da soggetti (persone, enti, società) in qualsiasi modo interessati dall’attività dell’Istituto, che eccedano il valore previsto dalle vigenti disposizioni di legge (150 euro). Regali di valore superiore sono restituiti ovvero devoluti all’Istituto.
Fonte Codice etico per il personale dell’IVASS
Per trasparenza vi riporto anche il link diretto al loro sito (fino a quando sarà accessibile ovviamente): https://www.ivass.it/chi-siamo/organizzazione/struttura-organizzativa/Codice_etico_per_il_personale_IVASS.pdf
Analizziamo testuali parole….
1. Il dipendente non accetta, per sè o per altri, vantaggi, regali o altre utilità (…..) che eccedano il valore previsto dalle vigenti disposizioni di legge (quali?) (150 euro).
Quindi?
Quindi se a un dipendente IVASS, o a qualcuno ad esso connesso, vengono regalati più “vantaggi, regati o altre utilità, il cui valore unitario non supera i 150 € allora gli stessi li possono ricevere senza problemi.
COSA?????????
Dove è la trasparenza! Dove è l’imparzialità! Il vigilatore stabilisce che accetta i regali! Ci sono aziende private che prevedono il licenziamento in tronco nel caso in cui i loro dipendenti accettino “regali” da parte di chiunque. Questo ovviamente per tutelare la trasparenza e la meritocrazia.
IVASS invece prevede “regali” nel loro codice etico, assurdo.
Aspettate, non fermiamoci qui, finiamo questa breve analisi.
2.Regali di valore superiore sono restituiti ovvero devoluti all’Istituto.
Ma siamo seri? Ma vi rendete conto? Prima dicono che accettano regali entro i 150 € e poi dicono che, nel caso eccedano, le soluzioni sono due, o si ritorna il regalo al mittente oppure, se non lo si vuole fare, si devolve all’istituto. Cioè? Si devolve “all’istituto”? E chi è questo “istituto”? Intendono forse loro stessi? Quindi il singolo non può accettare ma l’istituzione IVASS si?
Robe da pazzi, i regali all’autorità di Vigilanza sono permessi, lo dicono loro stessi. Quindi hanno un tale potere (nel loro giardino) da potersi auto-autorizzare i “regali”. Fantastico.
Che ne dite? E’ critica? Cercheranno di zittirmi? Ci hanno già provato, e questo sarà oggetto di uno dei miei prossimi articoli.
Torniamo all’origine, inventeranno mai una sezione “critica” al RUI?
Ci proveranno secondo me.
La lettera C è già assegnata, toccherà scegliere una parola;
Al settore finanziario/assicurativo piacciono molto gli inglesismi quindi : CRITIC.
Sarà una sezione critica in tutti i sensi.
Sean Filipin,
Il critico assicurativo.